Il frutteto

Il nostro attuale frutteto è il risultato di vari decenni di lavoro, ci sono ciliegi messi a dimora nell'immediato dopoguerra. A partire dagli anni '90 abbiamo dato vita a un frutteto capace di produrre frutta per il periodo più lungo possibile, da maggio fino a novembre. Per fare questo abbiamo via via ridotto la specializzazione (campi interi con lo stesso frutto, spesso della stessa varietà, di cui si vedono ottimi esempi percorrendo l'A14 tra Imola e Cesena). Una visita nel nostro frutteto vi consentirà di vedere direttamente, e quindi di capire meglio, il risultato di questa scelta colturale: un continuum di alberi di diverse specie e varietà, quasi un inno alla biodiversità della frutta locale! Questo frutteto "multicolturale" è stato impostato in maniera tale da facilitare la vendita diretta dei prodotti. Negli anni '90 abbiamo deciso di abbandonare gradatamente la produzione per la vendita all'ingrosso per privilegiare quella per la vendita diretta al consumatore.

Lavori nel frutteto

La messa a dimora delle nuove piante

Nei mesi invernali, quando la loro vita è nella fase più lenta, si procede alla messa a dimora di nuove piante chiamate ad attecchire e a svilupparsi con l'arrivo della primavera. Il terreno per la messa a dimora viene preparato con lavorazione a fondo (30-40 cm) se necessario si ripulisce da radici di alberi precedenti o se opportuno, si rinnova lo strato superficiale. Solitamente però questo non serve e si procede direttamente a un piccolo scavo con la vanga (circa 30 per 30 centimetri e 25-30 di profondità) e posa della pianta. La nuova pianta può essere un albero selvatico, su cui si procederà a inizio primavera all'innesto della varietà voluta, o una pianta già innestata proveniente da uno dei tanti vivai specializzati esistenti nella nostra regione. Nel nostro frutteto lo scorso inverno abbiamo messo a dimora circa 150 piante già innestate e una cinquantina di ciliegi selvatici nati nei nostri campi. A primavera abbiamo poi innestato una ventina di ciliegi e una decina di prugni selvatici nati spontaneamente in vari punti del frutteto. I rimanenti ciliegi selvatici non abbiamo potuto innestarli perché ancora troppo piccoli, probabilmente basterà attendere un anno per poi innestare anch'essi. Dopo la messa a dimora delle piante si procede alla predisposizione dei supporti (pali e fili metallici che corrono lungo ciascun filare di piante) che agevoleranno la loro crescita ordinata. Questi fili sosterranno i rami delle giovani piante, affinché non si spezzino sotto il peso dei primi frutti.

La potatura

La potatura è una delle più importanti operazioni per il corretto sviluppo degli alberi da frutto. L'atto di "sfoltire" i rami influisce in maniera più che sostanziale sulla capacità degli stessi di portare frutti. Una potatura mal fatta incide sul sano sviluppo dell'albero, sulla sua crescita vigorosa. Un albero dalle deboli difese non sarà in grado di sopportare temperature, umidità, gli attacchi di funghi e insetti. La potatura delle piante giovani vede la scelta dei rami più vigorosi, che vengono ben posizionati e orientati sfruttando il supporto degli appositi fili metallici. Durante la potatura, o immediatamente dopo, a fine inverno, si tagliano i rami secchi e malati, così da ridare vigoria alla pianta e si estirpano le piante completamente morte. Nelle aziende con colture più specializzate si tolgono interi campi di frutti non appena alcuni di essi iniziano a dare "segni di vecchiaia": da noi no, spesso togliere i rami malati, o togliere e quindi sostituire qualche pianta, può essere ancora conveniente nel nostro tipo di azienda. Gli alberi restanti continuano a produrre frutta in maniera più che sufficiente, spesso gli alberi morti vengono rimpiazzati con alberi nuovi della stessa varietà che, nel giro di 3-4 anni, ricreeranno la continuità del filare e ci consentiranno di tornare al volume di prodotto voluto. La potatura è quindi anche un mezzo per combattere, o perlomeno contenere, le avversità di varia natura che possono colpire le piante. L'eliminazione e la distruzione delle parti colpite da funghi, o infestate da insetti, sono utili per limitare il potenziale delle future infezioni.

L'innesto

L'innesto è una pratica agronomica per la moltiplicazione delle piante realizzata con la fusione di due individui differenti, detti rispettivamente portinnesto e nesto: il primo costituisce la parte basale della pianta e il secondo la parte aerea. L'innesto consiste nel saldare, sul portinnesto, una parte di pianta del nesto, detta marza (noi la chiamiamo "spoletto"), un pezzetto di ramo cui noi lasciamo due-tre gemme, dette occhi. Si ottiene in questo modo un'unica pianta formata da due porzioni diverse. La fusione istologica avviene grazie al callo che si forma fra le due superfici tagliate, precisamente dove combaciano i meristemi cambiali (cioè le due parti legnose). La buona riuscita dell'innesto dipende da una tecnica perfetta, che consiste nel creare tagli dell'innesto e del portainnesto il più possibile uguali e coincidenti, nel giusto periodo (solitamente in primavera o alla fine dell'estate, quando cioè le piante sono in piena vegetazione).

L'allegagione e il diradamento
 

L'allegagione è la fase iniziale dello sviluppo dei frutti, successiva alla fioritura, una delle fasi più importanti dello sviluppo del futuro raccolto. Rappresenta il rapporto tra il numero di frutti che si sviluppano da fiori fecondati e quello dei fiori complessivamente presenti a inizio fioritura. Può essere considerato come un buon indice di efficienza del duplice processo di impollinazione e fecondazione del fiore dell'albero da frutto. Tutto inizia con una buona, abbondante, fioritura: chi non ha qualche ricordo delle scuole elementari, il pistillo, il fiore, le api, il polline, tutto questo è alla base anche della frutticoltura! Le api sono le nostre principali alleate, così come altri insetti come ad esempio i bombi che, seppur meno noti, svolgono la stessa funzione. In alcune specie l'impollinazione è entomofila, cioè basata sull'intervento degli insetti o di altri animali, e anemofila, cioè affidata al vento. Nel nostro frutteto "multicolturale" diamo poi spazio a piante che aiutano l'impollinazione di altre (pratica diffusa per il prugno). Per il kiwi abbiamo addirittura una pianta di genere maschile ogni 4-5 piante di genere femminile (solo quest'ultima produce il frutto che si mangia). Nell'agricoltura monoculturale, quella rivolta alla produzione di grandi quantità per i canali della grande distribuzione, l'allegagione è controllata attraverso la fecondazione artificiale o con la limitazione attraverso un'azione "fitotossica" sul fiore, pratica ammessa anche in agricoltura biologica (con polisolfuro di calcio). Alle volte da noi l'allegagione è scarsa e si hanno pochi frutti sulla pianta: le cause vanno ricercate soprattutto in problemi atmosferici, ad esempio basse temperature, nei giorni cruciali. Noi ci rassegniamo tranquillamente, ogni anno succede questo su alcune varietà. Solitamente invece l'allegagione è abbondante, se non in tutta la pianta in parecchi rami, per cui si rende necessario intervenire per ridurre la quantità di frutti. Il rischio sarebbe quello di ottenere molti frutti ma di piccola pezzatura, magari poco saporiti. La pianta con troppi frutti può addirittura non riuscire a portarli a maturazione, rischiare di morire sotto il loro peso, o quantomeno soffrire tanto da fare pochissimi frutti nell'anno successivo. Nella nostra azienda lasciamo quindi lavorare la natura, e mettiamo il frutteto nelle condizioni per ottenere una buona allegagione! Ad allegagione avvenuta, si ha spesso una caduta fisiologica dei frutti: se essa non basta a ridimensionare la fruttificazione eccessiva, interveniamo con il diradamento. Il nostro diradamento consiste nella eliminazione in modo manuale dei frutti già formati. La quantità di frutti da asportare va calibrata in base al potenziale produttivo della pianta, legato alla sua età e al suo vigore. Le piante più giovani e vigorose sono in grado di portare a maturazione più frutti rispetto a piante più anziane e più esili. Vanno asportati prioritariamente i frutti inseriti in coppia sullo stesso nodo, per poi proseguire con quelli situati lungo i rami. Vanno asportati i frutti piccoli o malformati e quelli che presentano segni di attacchi di parassiti e malattie. I frutti rimanenti devono essere ben distribuiti.

La raccolta

La raccolta è forse la fase più importante ai fini della qualità della frutta prodotta nell'azienda agricola di prossimità. La scelta del momento giusto deve tenere conto della necessità di lasciare il frutto sulla pianta più a lungo possibile, così che possa sfruttare in pieno le ore di sole e di nutrimento che lo portano alla piena maturazione. Ma il frutto deve essere raccolto ancora sodo, così che possa essere movimentato e giungere integro alla tavola del consumatore. Esistono alcuni strumenti che aiutano a individuare questo momento sulla base degli zuccheri presenti (durante la maturazione avviene una graduale trasformazione di acidi in zuccheri). Ma è soprattutto l'esperienza dell'agricoltore che consente di valutare il cambiamento di colore, la consistenza (la maturazione è accompagnata dal rammollimento della polpa), la presenza di aromi e profumi, insomma l'aspetto complessivo del frutto che porta alla scelta della raccolta. Nella nostra azienda la frutta viene raccolta con tre, quattro, a volte cinque passaggi sullo stesso albero: diamo tempo a tutti i frutti di maturare al punto giusto e solo allora li stacchiamo dalla pianta.

La preparazione per la vendita

Con la raccolta ha inizio anche la preparazione per la vendita. Per alcune varietà di prugne e di albicocche i frutti vengono posti nelle confezioni utilizzate per la vendita direttamente durante la raccolta. Chi raccoglie deve quindi verificare che ciascun frutto sia integro o che quantomeno non presenti imperfezioni che ne compromettano la qualità. Per i frutti "di seconda scelta" si utilizza una seconda cassetta, li si mette lì dentro e li si avvia così alla vendita a prezzo più basso o alla lavorazione per confetture. Per tutta l'altra frutta chi effettua la raccolta la dispone in cassette in maniera attenta a evitare ammaccature e tagli. La frutta giunge così al magazzino, dove mani e occhi esperti procedono alla cernita e a disporla nell'imballaggio utilizzato per la vendita. Si tratta di imballaggi predisposti al fine di proteggere la frutta dai danni da urti e schiacciamenti durante il viaggio dalla nostra azienda fino alla tavola del consumatore. Spesso di tratta di un doppio imballaggio, una cassetta esterna in legno, materiale plastico resistente o robusto cartone, e una vaschetta interna che protegge il singolo frutto o qualche etto di frutta. Nella nostra azienda cerchiamo di dare la più lunga vita possibile a tutti gli imballaggi attraverso il loro riuso. Chiediamo sempre ai nostri clienti di non gettare ma di conservare e quindi di riportarci cassette e vaschette. Accettiamo anche cassette e vaschette originariamente non nostre, se questo può essere utile ad allungare la loro vita!

La vendita, diretta e all'ingrosso

Il primo canale di vendita per noi è la vendita diretta in azienda. Da maggio all'autunno inoltrato, tutte le mattine e tutti i pomeriggi il nostro cancello è aperto. Si acquista la frutta appena raccolta, non fresca, freschissima, magari ancora calda per essere stata fino a pochi minuti prima esposta al sole sulla pianta. In secondo luogo vendiamo nei mercati contadini. Al sabato mattina a Villa Bernaroli, il martedì pomeriggio a Riale, il mercoledì pomeriggio in via Segantini. In terza battuta la vendita su prenotazione a gruppi di acquisto: ogni settimana predisponiamo un listino dei prodotti disponibili, e prenotabili per la consegna in giorno, ora e luogo concordato con il gruppo. Quando non terminiamo così i nostri prodotti, e abbiamo già avviato a lavorazione per confetture e frutta sciroppata una quantità sufficiente di frutta, vendiamo all'ingrosso attraverso il conferimento alla cooperativa Agribologna. Agribologna associa molte decine di agricoltori del bolognese, della Romagna e di altre regioni, che vendono così i propri prodotti sul mercato che si tiene quotidianamente al CAAB di Bologna.

Lotta integrata avanzata

Da molti anni applichiamo il metodo di coltivazione a lotta integrata. Per produzione integrata si intende quel sistema di produzione agro-alimentare che utilizza tutti i metodi volti a ridurre al minimo l'uso delle sostanze chimiche di sintesi. Si adottano mezzi produttivi, di difesa dalle avversità, fertilizzanti, nel massimo rispetto possibile di principi ecologici, economici e tossicologici, ben al di sotto degli obblighi di legge esistenti nel nostro paese. Da quest'anno inoltre abbiamo deciso di adottare la lotta integrata avanzata integrata, metodo che aggiunge al precedente alcuni divieti o obblighi specifici. Un esempio: per il controllo dei lepidotteri che possono infestare il pesco si riducono o eliminano gli esteri fosforici con impiego della confusione sessuale (vedi dettagli poche righe avanti).

La prevenzione dalle patologie
La pulizia del frutteto

La corretta gestione del frutteto vede quale principale azione di prevenzione delle patologie la pulizia da foglie, risultanze di potature ed erbe infestanti, che potrebbero essere veicolo di spore fungine e uova di insetti, dai frutti malati o caduti durante la raccolta. Nel nostro frutteto rimuoviamo completamente i resti delle potature, effettuiamo regolari azioni di pulizia meccanica dalle erbe infestanti, rimuoviamo o interriamo i frutti presenti a terra al termine del raccolto.

La prevenzione dei danni al frutteto e al raccolto

La prevenzione si effettua con prodotti "sistemici", che vengono assorbiti dalla linfa delle piante e fanno da barriera meccanica alla formazione delle nuove spore. I funghi si creano nelle loro condizioni ideali, caldo e umido, solitamente dopo la pioggia alla prima comparsa del sole con le foglie bagnate. I passaggi principali per la prevenzione dei funghi prevedono un trattamento con prodotti rameici in autunno dopo la raccolta degli ultimi frutti, trattamento che si ripete dopo la potatura di fine inverno. Al rigonfiamento delle gemme, un trattamento con olio minerale miscelato a un insetticida sistemico. I trattamenti successivi sono più mirati, raggruppati nel periodo di formazione delle foglie. La fase a cavallo della fioritura è sempre la più critica, si interfacciano le condizioni atmosferiche e il pericolo di eliminare gli insetti utili. I danni da insetti si possono prevenire con prodotti ovicidi utilizzati nel periodo di sviluppo degli insetti stessi. Durante la stagione estiva, o meglio fino al raccolto, si può procedere con catture (trappole che consentono di monitorare, cioè contare, la presenza degli insetti) e con confusione sessuale.

La confusione sessuale

La confusione sessuale è una tecnica di lotta biotecnica che consiste nel disporre nel frutteto un certo numero di erogatori di feromoni in grado di esercitare un'azione di attrazione sulla popolazione di maschi di un insetto dannoso per le colture. La concentrazione ambientale di feromone diventa tale da disorientare i maschi che non riescono, in tal modo, a orientarsi e rintracciare le femmine. In questo modo si riduce il volume della riproduzione degli insetti e quindi il loro numero.

Gli insetticidi

Se i metodi sopra descritti non sono sufficienti si possono fare due cose: accettare il danno alla produzione o intervenire. Nella nostra realtà sempre più spesso si accetta il danno, quando esso è contenuto o la frutta è ormai pronta per il raccolto. Intervenire vuol dire utilizzare insetticidi che agiscono per contatto eliminando gli insetti presenti. Esistono diversi insetticidi chimici, dato che ogni gruppo di insetti (afidi, acari, cocciniglie, …) richiede un prodotto specifico, e insetticidi "biologici". Ci si riferisce con questo termine ai prodotti autorizzati dal punto di vista legislativo a livello comunitario con i Reg. CE 834/07 e 889/08 e a livello nazionale con il D.M. 18354/09. Il termine "agricoltura biologica" indica un metodo di coltivazione che ammette solo l'impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica.

I funghi

Ci sono due grandi gruppi di nemici del frutteto, i funghi e gli insetti. Nel gruppo dei funghi ci sono diverse famiglie, che vanno ad attaccare un fruttifero piuttosto che un altro. Difficilmente si curano, la foglia rovinata rimane e non si pulisce, vanno prevenuti. Il rischio di infezione da funghi è più elevato in caso di stagione molto piovosa e quindi di umidità persistente. Il rischio cala se la pianta viene potata in maniera tale da agevolare il passaggio di aria tra i rami e da ridurre il ristagno di umidità.

Bolla del pesco


Taphrina deformans, più comunemente conosciuto come Bolla del pesco, è un fungo diffuso in tutte le regioni italiane, tuttavia è nelle regioni settentrionali che, per le condizioni climatico-ambientali più favorevoli, si hanno le infezioni più pericolose. È la malattia più importante del pesco per i danni irreversibili che arreca alle foglie che, dopo lo sviluppo del fungo su di esse, seccano e cadono a terra impoverendo o azzerando la produzione dell'anno e, spesso, riducendo anche quella dell'anno successivo per i danni che subisce indirettamente il legno se non vengono effettuati tempestivi trattamenti.

Monilia

La monilia è una malattia fungina che colpisce principalmente le drupacee (albicocco, pesco, susino, …) ma anche i meli e i peri e talvolta anche arbusti ornamentali. Attacca i giovani rametti, le branche e i frutti, che si coprono di cuscinetti fungini concentrici e mummificano rimanendo attaccati ai rami tutto l'inverno. Nel nostro caso la pianta più minacciata è l'albicocco: si interviene in via preventiva con prodotti fungicidi.

Ticchiolatura


La ticchiolatura del melo, causata dal fungo Venturia inaequalis, è una delle malattie con la maggiore rilevanza economica in tutto il mondo. I periodi più pericolosi per lo sviluppo di infezioni di ticchiolatura sono quello della fioritura e quello immediatamente successivo, dove si hanno condizioni di umidità e temperatura ideali per il patogeno. Sulle foglie appaiono macchie nerastre o violacee confluenti. Le foglie colpite disseccano e cadono rapidamente spogliando in breve tutta la pianta. Sui frutti appaiono, a seconda della gravità del danno, da macchie scure secche a profonde fessurazioni su aree necrotizzate.

Gli insetti

In campagna sono presenti molti insetti utili per il lavoro dell'agricoltore. Ci sono insetti utili perché antagonisti di insetti dannosi nei confronti delle colture, altri sono utili perché favoriscono l'impollinazione e, nel caso dell'ape, forniscono una produzione diretta.

Coccinella


coccinella è un importante predatore nell'ambito degli agrosistemi, su vari ordini di insetti dannosi (lepidotteri, acari, …). La dinamica della loro popolazione è adattata a quella delle loro abituali prede. Questa stretta e complessa correlazione si basa sia sulla fecondità sia sulla migrazione. La loro fecondità è piuttosto elevata, ma è strettamente dipendente dal grado d'infestazione. Gli adulti migrano quando la popolazione delle prede scende sotto certi valori critici, spostandosi su altre colture o su altri agrosistemi. La migrazione è un fenomeno di particolare importanza nel mantenimento di bassi tassi di mortalità: nella primavera precoce sono sulle piante erbacee che ospitano le prime infestazioni di afidi, ma poi si spostano sulle colture arboree. La ricerca delle prede è molto attiva ed è caratterizzata da una straordinaria mobilità, dal momento che la preda viene trovata solo con il semplice contatto. Questo comportamento favorisce l'insediamento delle coccinelle proprio nei siti dove le infestazioni sono più intense. La voracità è elevata, cresce sensibilmente nel corso dello sviluppo larvale e raggiunge il suo massimo nell'adulto. Un adulto di coccinella può arrivare a predare anche 100 afidi al giorno.

Ci sono poi insetti dannosi perché attaccano le specie vegetali, sia le piante, con il rischio di metterne a repentaglio la stessa sopravvivenza, sia i frutti, sui quali possono arrecare fino alla completa distruzione della produzione.

Carpocapsa del melo


La Carpocapsa del melo un lepidottero tra i più dannosi per le pomacee (mele e pere …). Le larve sono di colore biancastro, con il capo scuro poi si inscuriscono sempre di più diventando giallastre e infine rosee; la loro lunghezza è di circa 15-20 mm. Gli adulti sono, invece, farfalle di medio-piccole dimensioni (15-22 mm di apertura alare); hanno ali anteriori di colore grigiastro, marezzato con striature bronzee trasversali, più intense nel margine distale. La Carpocapsa sverna come larva matura racchiusa in un bozzolo negli anfratti della scorza della pianta ospite, oppure alla base della stessa, nel terreno. Può compiere fino a 3 generazioni annuali. Le larve danneggiano i frutti, scavando gallerie al loro interno. Queste, in seguito, si riempiono di escrementi e le larve vi rimangono fino a terminare lo sviluppo; in seguito scavano una galleria d'uscita e si incrisalidano negli organi legnosi. Il danno sui frutti determina la cascola diretta e i frutti non possono essere commercializzati. Nella nostra azienda interveniamo sulla carpocapsa del melo con la confusione sessuale (vedi illustrazione della modalità nel paragrafo della Cydia).

Cocciniglie


Le cocciniglie (Coccoidea Handlirsch, 1903), sono una superfamiglia di insetti fitofagi. Il nome cocciniglia deriva dallo spagnolo cochinilla ("porcellino di terra"). Le cocciniglie rappresentano uno dei raggruppamenti più dannosi all'agricoltura. Nonostante siano insetti piuttosto piccoli e dotati di un potenziale riproduttivo sostanzialmente inferiore a quello di altri fitofagi come gli Afidi, i Ditteri Tefritidi o gli Acari, diverse specie di cocciniglie possono facilmente essere responsabili di infestazioni di gravità tale da causare perdite considerevoli di prodotto. I motivi della loro pericolosità sono diversi:
- facilità di diffusione geografica: le piccole dimensioni e l'immobilità facilitano la diffusione passiva con il semplice trasporto di piante e di materiale di propagazione; molte cocciniglie sfuggono facilmente alle ispezioni a causa del loro aspetto e delle loro dimensioni
- polifagia: le cocciniglie sono insetti polifagi che attaccano varie parti di pianta (foglie, germogli, rami legnosi, frutti). Hanno pertanto una spiccata capacità di adattarsi a condizioni ambientali differenti;
- resistenza degli adulti: a fronte della elevata mortalità giovanile le cocciniglie manifestano una spiccata resistenza alle avversità ambientali in virtù delle secrezioni protettive. Questa resistenza si manifesta anche nei confronti di molti insetticidi, in particolare quelli attivi per contatto, che hanno una scarsa efficacia su insetti protetti da follicoli e secrezioni cerose abbondanti.
Le popolazioni di questi insetti, pur non avendo ritmi di crescita esponenziale paragonabili a quelli di altri pericolosi fitofagi, hanno nel complesso la proprietà di progredire in modo costante fino a raggiungere infestazioni di difficile controllo se non vengono efficacemente contrastate. I danni diretti provocati dalle cocciniglie sono di due tipi e sono correlati al grado d'infestazione: il primo è di tipo quantitativo, il secondo di tipo qualitativo. I danni quantitativi, che si manifestano con un deperimento generale che porta alla decurtazione della resa, sono dovuti alla sottrazione della linfa e agli effetti fitotossici della saliva immessa con l'apparato boccale. I danni qualitativi consistono nel deprezzamento commerciale del prodotto dovuto alle decolorazioni provocate dalle punture.

Cydia molesta


La Tignola orientale del pesco (Cydia molesta) è un lepidottero originario dell'Asia orientale, che si è facilmente diffuso nelle Americhe, in Australia e nell'Europa occidentale. In Italia ha cominciato a diffondersi all'inizio degli anni venti causando l'attacco e la successiva devastazione soprattutto delle drupacee. Gli adulti appaiono come farfalle di medio-piccole dimensioni, possiedono ali di colore grigio-brunastro con screziature biancastre. Le larve sono lunghe 10-15 mm e provocano danni sui germogli e sui frutti. Sono in genere le larve di prima generazione che, scavando gallerie longitudinali nelle zone midollari, provocano avvizzimenti e perdite dei germogli. I danni sui frutti, ancora più gravi, comportano la fuoriuscita di un grumo di gomma e spesso, i frutti colpiti, sono soggetti alla cascola, a causa, inoltre, dei disfacimenti molli dovuti anche dalla presenza di agenti fungini. La Cydia sverna come larva matura e compie 4-5 generazioni annuali. Può essere combattuta con lotta guidata e integrata, cioè su campionamenti degli organi attaccati oppure mediamente monitoraggi con trappole sessuali. I necessari interventi possono essere effettuati con pesticidi chimici "tradizionali" o con prodotti biologici, a base di Bacillus thuringiensis. Nella nostra azienda interveniamo invece con la confusione sessuale, applicando uno degli obblighi previsti dal disciplinare di lotta integrata avanzata della Regione Emilia-Romagna. La confusione sessuale è un metodo di difesa che consiste nell'impedire l'accoppiamento tra gli insetti e di conseguenza, la nascita e sviluppo di nuove larve dannose alla produzione. La attuiamo attraverso l'utilizzo di formulati liquidi contenenti il feromone sessuale microincapsulato, che vengono distribuiti nel frutteto come un normale fitofarmaco. Con il feromone, un attrattivo sessuale simile a quello naturale della femmina, si raggiunge lo scopo di "confondere" il maschio, che non riusce più a trovare la femmina e accoppiarsi.

Mosca mediterranea della frutta


La Mosca mediterranea della frutta è una delle avversità economicamente più rilevanti a carico della frutta estiva prodotta in ambiente mediterraneo. La sua larva si sviluppa come carpofago e polifago all'interno della polpa di molti frutti. Il frutto in cui l'adulto ha appena deposto l'uovo appare integro, il foro è quasi invisibile. La durata del ciclo di sviluppo di una generazione estiva, dalla deposizione dell'uovo allo sfarfallamento, in condizioni ordinarie è dell'ordine di 20-30 giorni. Nel nostro frutteto la mosca ha attaccato negli ultimi anni soprattutto pesche gialle (da agosto in poi), mele Golden, cachi. Dal 2013 abbiamo avuto i primi attacchi anche nel ciliegio, sui quali non siamo intervenuti per la bassa numerosità della popolazione e quindi del danno. Nel 2013 siamo invece intervenuti fin da luglio su pesco, melo e cachi utilizzando esche a base di spinosad, un insetticida autorizzato anche in agricoltura biologica ottenuto attraverso un processo naturale di fermentazione da un batterio. Questo prodotto non possiede alcun impatto residuale sui frutti e non presenta alcun rischio per l'operatore che esegue il trattamento.

I prodotti fitosanitari

I prodotti fitosanitari (o agrofarmaci o fitofarmaci o pesticidi) sono tutti quei prodotti, di sintesi o naturali, che vengono utilizzati per combattere le principali avversità delle piante. Nel termine di legge sono compresi anticrittogamici (contrastano le malattie e/o alterazioni da funghi e batteri), insetticidi (contrastano gli insetti dannosi, quali afidi o cocciniglie), acaricidi (combattono gli acari ed altri aracnidi), diserbanti ed erbicidi (eliminano le erbe infestanti) e altre categorie di minore rilevanza per la gestione del frutteto. I prodotti fitosanitari vanno impiegati osservando dovute norme di prudenza. Si somministrano generalmente per irrorazione sulla chioma o foglie. Per molti fitosanitari utilizzati nella nostra azienda occorre uno specifico patentino conseguito con il superamento con esito positivo di un esame cui si accede solo con la frequenza di un corso gestito dalla Regione. Molti prodotti fitosanitari prevedono un intervallo di carenza o tempo di sicurezza, la scadenza, definita dal Ministero della Salute, a partire dalla quale devono essere sospesi i trattamenti. La scadenza è espressa dall'intervallo di tempo che intercorre fra l'ultimo trattamento e la raccolta: ad esempio, un intervallo di carenza fissato a 20 giorni impone che i trattamenti devono essere sospesi almeno 20 giorni prima della raccolta. La durata dell'intervallo di carenza dipende da diversi fattori, ma in generale è definita prudenzialmente per ridurre al minimo i rischi per la salute del consumatore. In generale gli intervalli di carenza dipendono dal livello di tossicità del principio attivo, dal meccanismo in cui è metabolizzato o disattivato all'interno dei tessuti vegetali o sulla loro superficie e, quindi, dalla sua persistenza.



E-mail aziendaagricolamagli@gmail.com

Vendita diretta in azienda

in via Olmetola 18, sempre aperti, trovi in alto gli orari



Mercato contadino di Riale

martedi dalle 15 alle 18, parcheggio Centro Sociale Falcone e Borsellino in Via Tosarelli 4



Mercato contadino di via Segantini

mercoledi dalle 15 alle 19, parcheggio centrale termica



Mercato contadino di Villa Bernaroli

sabato dalle 8 alle 12,30, parcheggio Centro Sociale Villa Bernaroli in via Morazzo 3